Sono molto contenta che ci sia l'occasione di parlare di Antonio Gramsci, onorando la sua morte ma soprattutto la sua vita. All'indomani del 25 aprile e di quello che è successo, è importante sempre ricordare e continuare a mantenere vivo il suo ricordo e l'antifascismo.

Mi piacerebbe poter fare un quadro più esaustivo del pensiero di Gramsci e della sua attività, ma non mi ritengo assolutamente un'esperta e sono sicura che in giro per la rete troverete articoli molto più completi di questo a riguardo.
Nel 1921 fu tra i fondatori del Partito Comunista d'Italia, segretario e leader. La sua attività come deputato al Parlamento, la sua ferma opposizione al regime fascista e la sua attività letteraria sulle questioni sociali di più stretto interesse nel paese.

Il 31 ottobre 1926 Mussolini subì a Bologna un tentativo di attentato senza nessuna conseguenza personale, ma politicamente fu il pretesto per un inasprimento dei controlli: il 5 novembre vennero sciolti i partiti di opposizione e venne soppressa la libertà di stampa. L'8 novembre, anche se protetto da immunità parlamentare, Gramsci viene arrestato e condotto inizialmente a Regina Coeli, per poi passare un breve periodo a Ustica e poi a San Vittore. Il processo andò per le lunghe, in quanto risultò difficile creare delle accuse che potessero reggere.
Il 1 febbraio 1927 Mussolini istituì il Tribunale Speciale Fascista, e il processo iniziò il 28 maggio 1928. Gramsci è accusato di attività cospirativa, istigazione alla guerra civile, apologia di reato e incitamento all'odio di classe. Il 4 giugno viene dichiarato colpevole e condannato a vent'anni, quattro mesi e cinque giorni di carcere. Il 19 luglio raggiunge il carcere di Turi, in provincia di Bari.

L'8 febbraio del 1929 ottiene finalmente l'occorrente e si dedica alla stesura dei Quaderni dal Carcere. In questo periodo Gramsci tiene dei colloqui-lezioni con gli altri detenuti e viene a contatto con gli altri detenuti come Sandro Pertini con cui, pur avendo idee politiche diverse, si creò un legame di grande affetto.

Dal 1931 ottenne una cella singola, in quanto già affetto da una forma di tubercolosi e ora anche dall'arteriosclerosi, oltre alle condizioni mentali già fortemente provate dalla prigionia, con un costante senso di crescente isolamento. Per quanto nel codice penale ci fosse una norma che prevedeva la scarcerazione per gravi motivi di salute, e per quanto a Parigi si fosse costituito un comitato per richiederla, solo 19 novembre del 1933 ottenne di essere trasferito nell'infermeria del carcere di Civitavecchia e poi il 7 dicembre in una clinica a Formia.
Il 25 ottobre 1934 Mussolini accolse la richiesta di libertà condizionata, ma in effetti i movimenti di Gramsci erano molto controllati, per il timore di una sua fuga all'estero. Il 24 agosto 1935 venne trasferito in una clinica di Roma, dove era ormai in gravi condizioni, avendo anche sviluppato ipertensione e gotta.
Il 21 aprile 1937 passò alla completa libertà, ma servì a poco: il 27 aprile 1937, all'età di 46 anni, muore di emorragia cerebrale. Ai funerali parteciparono solo il fratello Carlo e la cognata Tatiana: le ceneri vennero inumate inizialmente nel cimitero del Verano, da cui poi vennero trasferite l'anno dopo nel Cimitero acattolico di Roma, nel Campo Cestio.



L'ultima dimora di... Antonio Gramsci

Posted on

sabato 27 aprile 2019

Leave a Reply