Piano piano sto leggendo tutti i libri finalisti del Premio Strega, senza alcuna velleità di fare alla fine un post riassuntivo o perché voglio solo leggere italiano. Semplicemente mi sembrava che quest'anno ci fossero molti libri validi.
Ho scelto questo come seconda lettura perché a diverse amiche era piaciuto molto ed ero curiosa di leggere la storia di una vita talmente diversa dalla mia.
Beh... devo essere sincera, il libro non mi ha fatta impazzire. Jonathan Bazzi scrive sicuramente benino, dire bene mi sembra esagerato perché ha uno stile molto semplice fatto di frasi brevi. La storia viene narrata seguendo due filoni temporali che procedono paralleli, un capitolo per un presente con la diagnosi di HIV e un passato con la sua infanzia in una famiglia di genitori divorziati nel quartiere di Rozzano, periferia di Milano fatta di degrado e droga, il posto meno adatto al mondo per un bambino debole, con problemi di balbuzie e che già all'età di sei anni ha capito di essere attratto dai maschi e non dalle femmine.
Sono sicura che raccontata in altro modo la storia sarebbe stata molto più interessante. Ma ho trovato tutto molto piatto, molto noioso, alcune pagine di troppo. L'attenzione viene concentrata molto di più sul passato, mentre al contrario avrei voluto più attenzione sul tema del libro, la scoperta dell'essere sieropositivo. Non che il quadro generale non servisse ma mi sembra che la sua ampiezza vada a discapito dell'altro tema.
Insomma, personalmente questo libro non l'avrei fatto entrare nella cinquina finale, che infatti quest'anno per me non sarebbe stato una sestina. E' un libro di valore, se è piaciuto a così tante persone un motivo ci sarà, ma per me non è abbastanza.

Jonathan Bazzi
Febbre
Fandango
Ebook

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Slowly I'm reading all the finalist books of the Premio Strega, without any ambition to make a summary post at the end or because I want to read only Italian writers. It just seemed to me that there were a lot of good books in this year.
I've chosen this one as a second reading because several friends liked it very much and I was curious to read the story of a life so different from mine.
Well... I have to be honest, the book didn't drive me crazy. Jonathan Bazzi definitely writes pretty well, to say very well seems exaggerated to me because he has a very simple style made up of short sentences. The story is told following two temporal lines that run parallel, a chapter for a present with the diagnosis of HIV and one for a past with his childhood in a family of divorced parents in the neighborhood of Rozzano, a suburb of Milan made up of decay and drugs, the less suitable place in the world for a delicate boy with stuttering problems and who, at the age of six, realized that he was attracted to boys and not girls.
I am sure that told otherwise the story would have been much more interesting. But I found it very flat, very boring, too many pages. The attention is focused much more on the past, while on the contrary I would have liked more attention to the theme of the book, the discovery of being HIV positive. The general picture was needed but it seems to me that its breadth is at the expense of the other theme.
In short, personally I wouldn't have made this book enter the final five, which in fact this year wouldn't have been a sixth for me. It is a valuable book, if so many people liked it there must be a reason, but for me it is not enough.

Jonathan Bazzi
Fever

Jonathan Bazzi - Febbre

Posted on

venerdì 4 settembre 2020

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