Se ci sono dei romanzi che maggiormente esplorano la vita selvaggia dei cercatori d'oro, un violento mondo selvaggio in cui gli uomini sono senza scrupoli e gli animali, loro compagni, lo sono altrettanto e sentono il "richiamo della foresta", sono quelli di Jack London. La stessa vita dell'autore è stata una vita vagabonda, sempre in viaggio, fatta di diversi lavori fino a dedicarsi completamente alla scrittura dopo l'uscita del suo romanzo più famoso, Il richiamo della foresta, nel 1903.

Nel 1905 London acquistò un ranch in California, nella speranza di renderlo un affare imprenditoriale. Lo scrittore si buttò con grande energia nella missione, assumendo lavoratori esperti, informandosi su grandi tomi e manuali di agricoltura. Il ranch fu però un fallimento. Chi gli era amico, lo imputò a sfortuna, gli altri dissero che London giocava solo a fare l'imprenditore, che era via dal luogo per sei mesi all'anno e che era distratto da altre cose o dedito all'alcolismo. La sfortuna ebbe comunque peso, in quanto proprio quando il complesso era quasi finito e a due settimane dal trasferimento di London e la moglie, venne completamente distrutto da un incendio.
L'ultimo viaggio dello scrittore fu alle Hawaii, dove rimase otto mesi e si incontrò con varie personalità tra cui la Regina Lili'uokalani. Tornato in patria nel luglio 1916, si rimise al lavoro pur soffrendo di insufficienza renale.
Al tempo della morte, oltre a questo, soffriva di dissenteria e dei postumi di alcolismo avanzato, che lo portava ad avere grossi dolori e ad abusare di morfina.
Jack London muore il 22 novembre 1916 in un cottage del suo ranch, all'età di 40 anni.. Il suo funerale venne celebrato il 26 novembre, ed erano presenti solo i familiari, gli amici più stretti e coloro che lavoravano nella proprietà. Secondo le sue volontà, venne cremato e le sue ceneri vennero sepolte nel ranch, in un luogo da lui scelto, sotto una grande pietra.


L'ultima dimora di... Jack London

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giovedì 22 novembre 2018

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