Penso sempre che se dovessero stilare una lista dei 10 più famosi scrittori di tutti i tempi, quelli che maggiormente hanno fatto, fanno e faranno parlare di loro, tra di loro un posto spetta sicuramente a Oscar Wilde. Innumerevoli le trasposizioni cinematografiche e teatrali dei suoi lavori, innumerevoli gli scrittori che, coscientemente o no, si sono rifatti al genio irlandese. Un uomo che la stragrande maggioranza di noi lettori vorrebbe aver potuto conoscere, solo per sentire la sua arguzia e i suoi moti di spirito. Chissà, anche essere demoliti stilisticamente da lui avrebbe avuto un senso!
Oscar Wilde ci lasciò più poveri di cultura e ironia il 30 novembre 1900, incredibilmente povero e solo.
Negli ultimi anni della sua vita pare che si fosse anche pentito della propria condotta sessuale. Le sue condizioni fisiche erano molto peggiorate, soffriva di un forte prurito che lo costringeva a grattarsi continuamente.
Il 30 ottobre 1900 un'otite media tornò a colpirlo e, a causa delle cure inopportune a cui venne sottoposto, a novembre l'infezione arrivò al cervello causandogli una meningoencefalite. Lo scrittore non riusciva ormai più a parlare e fece richiesta di un prete cristiano per la conversione e l'estrema unzione. Era infatti suo desiderio morire da cristiano.
Il 30 novembre 1900, in Rue des Beaux-Arts 13 a Parigi, alle due del pomeriggio, Oscar Wilde morì.
Per i primi 9 anni dopo la sua morte, il suo corpo venne accolto nel cimitero di Bagneaux. Nel 1909 verrà sepolto nel cimitero parigino di Pere Lachaise, nella tomba in cui riposa ancora oggi.
L'epitaffio, tratto da "La ballata del carcere di Reading", recita: