Moltissimi anni fa mi regalarono "Le Nebbie di Avalon", uno dei libri della "Saga di Avalon". Lo adorai! Non solo per come era scritto e perchè era assolutamente avvincente, ma perchè avevo adorato questo mondo di donne sacerdotesse e druidi. Trovavo bellissimo che il sapere antico fosse la base di tutto e l'impronta femminista del libro me l'aveva fatto amare ancora di più.
Ed è per questo che non mi aspettavo niente di meno da questo libro. Ma, sarà che ho mitizzato un po' il precedente, questo mi è piaciuto moltissimo ma meno. Sarà che in questo è la storia d'amore tra Eilan e Gaio a farla da padrone, sarà che ci sono dei personaggi che ho particolarmente detestato (praticamente tutti). C'è una completa divisione tra il mondo britanno, rappresentato da Eilan, e il mondo romano, rappresentato da Gaio. Per quanto i due si amino, e anche su questo avrei dei dubbi, i loro mondi sono profondamente in contrasto e le possibilità di integrazione sono dati da matrimoni tra romani e bambine praticamente strappate ai genitori. La speranza per un futuro di pace è dato dal giovane Gawen, unione dei due mondi.
Devo ammettere che la fine alquanto brutale non me l'aspettavo, un finale dove i personaggi mostrano davvero il peggio e solo i protagonisti si "salvano", detto un po' ironicamente.
C'è un passaggio da un mondo molto femminile e femminista, quello delle Sacerdotesse e della Casa della Foresta, al mondo maschile e violento dei romani. Più attendibile storicamente questo e meno romanzato, ti fa comprendere realmente quale fu il passaggio dal paganesimo alla dominazione romana e poi al cristianesimo. E in riferimento a questo, vorrei riportare una frase che mi è piaciuta molto e che è anche molto attuale, se pensate agli ultimi fatti di cronaca: "Se includiamo nel nostro impero tutti i popoli del mondo, dobbiamo includere anche le loro divinità."
Libro interessante ma anche meno bello ai miei occhi.

Marion Zimmer Bradley
Le querce di Albion
Superpocket
Lire 7900

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Many many years ago a friend of mine give to me as a gift "The Mist of Avalon", from the Avalon-series. I loved it! Not just because the writing style and its being so engaging, but more because I loved that world of priestesses and druids. It is beautiful that the ancient knowledge is at the base of everything and the feminist mark make me love this book even more.
That's the reason why I didn't expect less from this reading. But, maybe I idealized this series a little too much, I like this book but less. Maybe because in this one the lovestory of Eilan and Gaio is the focus, maybe because I hated a lot of characters (almost everyone). There is a neat division between the Britons world, represented by Eilan, and the Roman world, by Gaio. As much as they love each other, and there were moments of "confusion", their worlds are so in conflict and the prospects of integration are given by marriages of Roman men and little Britons girls, torn off by their parents. The hope of a peaceful future is in the young Gawen, bond of the two worlds.
I must admit I was a bit shocked by the end, last pages where the characters show their worst and only the two main characters "redeem" themselves, ironically...
There is the transition from a feminine and feminist world, the Priestesses and the Forest House's world, to the violent and masculine world of Rome. More historically reliable and less fictional, this novel makes you understand really how happened the transition from the paganism to the roman dominion and the Christian religion. And with reference to this, I would like to report a sentence I really liked and that is so of today, if you think about the last news stories: "If we include in our Empire every population in the world, we must include their Gods too."
Interesting book but, in my opinion, less beautiful and magical.

Marion Zimmer Bradley
The forest house

Marion Zimmer Bradley - Le querce di Albion

Posted on

giovedì 16 aprile 2015

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