E' sempre difficile anche solo iniziare la recensione di un libro così ricco e importante. L'autobiografia di Simone, divisa in quattro volumi, rientra in questa categoria. Ho salvato così tanti spunti di riflessione, mi sono segnata così tante cose da dire. Probabilmente fareste prima a leggere direttamente il libro, che a leggere questa recensione. Ma voglio potervi dare un'idea del grande sforzo intellettuale racchiuso in questo terzo volume.
Innanzitutto il titolo. Simone ha più o meno 35 anni all'inizio del libro, e 55 alla fine. Sente il tempo passare. Sente il peso degli anni, delle esperienze. E si rende conto che ci sono cose che vanno oltre l'umano controllo. La storia, il tempo, la morte, assiste a queste forze estranee contro cui non può più combattere. La forza delle cose prende il sopravvento.
Il suo rapporto con Sartre è un filo che non finisce, la loro intesa intellettuale continua sempre. Pur avendo altre storie con altri uomini, Lanzmann e Algren, a cui I Mandarini è dedicato, il sodalizio con Sartre non si interromperà mai. E insieme saranno impegnati fortemente nel criticare la politica francese nella guerra di liberazione d'Algeria, battaglia che li porterà allo scontro con il proprio paese e a dover subire addirittura alcuni attentati. Insieme viaggeranno a Cuba, dove Castro ha preso il potere, e in Russia. Ma tutto il libro è costellato dei resoconti dei viaggi in varie zone del mondo: in Italia svariate volte, in Africa Nera, in Cina e in Brasile, dove vengono accompagnati da Jorge Amado.
Storicamente, il volume si situa tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e la metà degli anni Sessanta. Il mondo e la vita rinascono, finalmente le giornate riprendono il loro corso.
Letterariamente, sono gli anni in cui inizia a stilare la sua autobiografia con l'uscita dei primi due volumi, e soprattutto gli anni in cui scrive il suo capolavoro: Il secondo sesso. A seguire, un romanzo straordinario come I Mandarini.
Ma trova la letteratura di questo periodo diventata insignificante, senza significato alcuno e senza un rapporto nè con l'autore, che non vi mette niente di sè, nè con la società in cui si forma. Non racconta niente del tempo presente.
Due figure sono presenti in questo libro, tra tutti i vari nomi di autori e i titoli dei libri che legge: Virginia Woolf e Ernest Hemingway. Di Virginia racconta di averne letto il diario e di voler approfondirne gli aspetti. La definisce straordinaria e solitaria. Pagine dopo, racconta l'incontro con Maurois, che l'aveva incontrata. Sperava di saperne qualcosa, ma la conversazione non andò avanti. Quanto riguarda Hemingway invece è un po' più complicato. Pur ammirando alcuni dei suoi racconti, ravvisa nei suoi romanzi un atteggiamento fin troppo macho e individualista, dell'uomo troppo sicuro di sè e del suo potere, del padrone ricco che va a caccia con altri padroni ricchi, e che verso le guide, i servitori e gli indigeni ha un "ingenuo paternalismo". Egli "ha dipinto ed esaltato il mondo dei privilegiati".
Voglio finire questa ricchissima recensione con un breve cenno su due momenti di pausa, di stacco del libro: l'Intermezzo e l'Epilogo. L'Intermezzo è fondamentale per capire il modo di scrivere di Simone. Nel volume, si situa dopo l'uscita di I Mandarini, ed è questo il suo scopo: spiegare come scrive, qual è il suo metodo di lavoro e cosa differenzia scrivere un romanzo e un saggio. Nell'Epilogo, invece, fa il punto della sua vita. Il suo rapporto con Sartre, il passare degli anni, le sue esperienze, la sua storia. Due momenti diversi nel volume ma, per quanto mi riguarda, fondamentali.
Un libro pieno, ricco, in cui a parer mio Simone de Beauvoir è concentrata in ogni singola parola. Forte. Bellissimo.

Simone de Beauvoir
La forza delle cose
Einaudi
Lire 28000

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It's always difficult to even begin a review of a so rich and important book. The autobiography of Simone, divided into four volumes, falls into this category. I saved so much food for thought, I have marked so many things to say. Probably you would do before reading the book directly that reading this review. But I want to be able to give an idea of the great intellectual effort contained in this third volume.
First the title. Simone has more or less 35 years at the beginning of the book, and 55 at the end. She feels time passing. She feels the weight of years, of experiences. And she realizes that there are things that go beyond human control. History, time, death, seeing these extraneous forces against which he can not fight anymore. The force of circumstances takes over.
Her relationship with Sartre is a thread that does not ends, their intellectual understanding continues forever. Although other stories with other men, Lanzmann and Algren, whom The Mandarins is dedicated, the association with Sartre didn't stop. And together they will be strongly engaged in criticizing French policy in the war of liberation of Algeria, the battle that will bring them into conflict with their own country and to suffer even some attacks. Together they will travel to Cuba, where Castro took power, and in Russia. But throughout the book it is studded with reports of trips to various parts of the world: in Italy many times, in Black Africa, in China and Brazil, where they are accompanied by Jorge Amado.
Historically, the volume is between the end of World War II and the mid-sixties. The world and life are reborn, finally the days resume their course.
Literarily, are the years in which she began to draw her autobiography with the release of the first two volumes, and especially the years when she wrote her masterpiece, The Second Sex. Next, an extraordinary novel like The Mandarins.
But the literature of this period became insignificant, without any meaning and without a relationship neither with the author, who puts nothing of itself, nor by the society in which they form. It tells nothing about the present time.
Two figures are in this book, including all the various names of authors and titles of books she reads: Virginia Woolf and Ernest Hemingway. About Virginia she says that she has read the diary and wants to deepen some aspects. She defines her extraordinary and solitary. Pages later, she recounts the meeting with Maurois, who had met her. She hoped to learn something, but the conversation did not go ahead. About Hemingway instead it is a bit more complicated. While admiring some of his stories, she sees in his novels an too "macho" and individualistic attitude, a man too sure of himself and of his power, the rich master who goes hunting with other rich masters, and to guides, servants and the Indians have a "naive paternalism". He "painted and exalted the world of privileged men."
I want to end this review with a rich brief mention about two breaks, detachment of the book: the Intermezzo and Epilogue. The Intermezzo is critical to understand the way of writing of Simone. In volume, it is located after the release of The Mandarins, and this is its purpose: to explain how to write, what's her way of working and what differentiates writing a novel and an essay. In the Epilogue, however, she takes stock of his life. Her relationship with Sartre, over the years, her experiences, her story. Two different times in volume but, for me, fundamental.
A full book, rich, where in my opinion Simone de Beauvoir is concentrated in every single word. Strong. Beautiful.

Simone de Beauvoir
Force of Circumstance

Simone de Beauvoir - La forza delle cose

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sabato 10 ottobre 2015

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