Novelli Robinson Crusoe, l'equipaggio e i passeggeri di un Trident, partiti da Tokyo con arrivo in Australia, precipitano in mare e si ritrovano in un'isola deserta. Probabilmente tanto deserta non è, visto che nell'entroterra è in corso una guerra civile. Ma i nostri eroi si tengono ben lontani da tutto quello che può rappresentare una minaccia. All'inizio difficile, la vita nell'isola si fa piano piano più facile e comoda. Grazie alle conoscenze di tutti, viene approntato una sorta di ospedale, un bar, ognuno ha la sua casetta. Il cibo non manca, donne e uomini possono amarsi senza regole, tutto e di tutti. Il paradiso, insomma. Tanto che, piano piano, si fa strada in loro l'idea di non ripartire mai più e, in caso venissero trovati, non essere disponibili al rimpatrio. Del resto, perchè tornare a pagare le tasse, a uno stipendio misero, al freddo, invece di restare in un'isola tropicale con tutti gli agi, una sorta di paradiso più socialista di tutti i paesi socialisti del mondo?
I romanzi di Paasilinna sono riconoscibili. Humour sottile, ambienti utopici. Un contatto con la natura sempre presente, un pragmatismo tutto finlandese nell'organizzazione della vita. Questo è forse il libro, tra tutti i romanzi che ho letto di questo scrittore, più chiaramente polemico nei confronti del mondo occidentale. Ovviamente, polemico come sa essere lui. Sottilmente ironico.
Per ora, uno dei miei preferiti.

Arto Paasilinna
Prigionieri del paradiso
Mondolibri (con licenza Iperborea)

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As reborn Robinson Crusoes, the crew and the passengers of a Trident airplane, flied out by Tokyo and direct to Australia, crash down in a desert island. Maybe it's not so desert, because in the hinterland a civil war is underway. But our heroes are far from everything threatening. At the beginning it's pretty difficult, but then life in the island becomes more and more comfortable and easy. Thanks to everyone's specialization, and hospital and a pub are set up, everyone has its own cottage. There is a lot of food, men and women are in open relationships. Heaven, in other words. 
But then, slowly, rises the idea of not coming back anymore, and in case they are found, not giving that permission. Why would they want to pay taxes, earn a meager salary, in a cold weather, instead staying in a tropical and comfortable island, a kind of heaven, more socialist than any other socialist place in the world?
Paasilinna's novels are so recognisable. Subtle humour, visionary environment. A contact with nature always present, a typical Finnish pragmatism in life's organization. This is the book, among the other ones I've read by this author, more openly critical in the Western world. Of course, critical as he knows how to do. Finely ironic.
For the moment, one of my favourites.

Arto Paasilinna
Prisoners of the Paradise Island

Arto Paasilinna - Prigionieri del paradiso

Posted on

lunedì 26 ottobre 2015

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