Il 14 Giugno del 1837 si spegne uno dei più importanti poeti italiani. Giacomo Leopardi.
Nel 1836, poiché in città era scoppiata un'epidemia di colera, si trasferì a Villa Ferrigni (poi Villa delle Ginestre, in quanto il poeta lì compose la celebre poesia omonima) con l'amico Antonio Ranieri e la sorella di lui, Paolina. Continua a ignorare le prescrizioni dei medici, che l'avevano convinto che la sua malattia fosse più psicologica che fisica.
Nel febbraio del 1837 ritorna a Napoli, e poco dopo le sue condizioni di salute si aggravarono. Il 14 giugno si sentì male verso sera, e per quanto fosse intervenuto anche il medico, la sua asma peggiorò e morì alle 21, tra le braccia di Antonio Ranieri. Le sue ultime parole furono "Addio, Totonno, non veggo più luce".
Il suo corpo, poiché era morto in un periodo di colera, sarebbe dovuto essere gettato in una fossa comune, ma l'amico fedele riuscì a far intercedere il capo della Polizia e a sventare questa possibilità. O almeno questa è la versione accettata. Leopardi venne inumato prima nella cripta e poi nell'atrio della chiesa di San Vitale Martire, presso Fuorigrotta.
Nel 1939, per volere di Benito Mussolini, la tomba viene spostata al Parco Vergiliano a Piedigrotta, nel quartiere Mergellina, la sua attuale collocazione. Negli stessi anni venne spostata anche la lapide, che recita:
AL CONTE GIACOMO LEOPARDI RECANATESE
FILOLOGO AMMIRATO FVORI D'ITALIA
SCRITTORE DI FILOSOFIA E DI POESIE ALTISSIMO
DA PARAGONARE SOLAMENTE COI GRECI
CHE FINÌ DI XXXIX ANNI LA VITA
PER CONTINVE MALATTIE MISERRIMA
FECE ANTONIO RANIERI
PER SETTE ANNI FINO ALLA ESTREMA ORA CONGIVNTO
ALL'AMICO ADORATO MDCCCXXXVII
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Giacomo_Leopardi
