Sono un po' indietro con le recensioni, è vero, ammetto, prometto che ne avrete tante nei prossimi giorni. Ma oggi ho qualche difficoltà a iniziare questo post.
Perché... beh, non è semplice parlare senza essere banali di questo grandissimo autore, uno dei maggiori narratori della letteratura italiana. Difficile voler riuscire completamente a rendere almeno gli ultimi anni di Calvino senza scrivere un trattato universitario.
Considerato quanto intenso e importante è stato il suo lavoro, farò gesto di sacrosanta umiltà e e avviserò da subito che questa trattazione dei suoi ultimi anni è come una goccia nell'oceano.

Gli ultimi 10 anni della sua vita sono un periodo di frequenti viaggi. Calvino è già Calvino, uno dei più importanti narratori italiani, collabora con Einaudi in un rapporto di reciproco interesse e crescita, è impegnato politicamente.

Nel 1979 viene pubblicato "Se una notte d'inverno un viaggiatore", inizia la collaborazione con La Repubblica, e chiude definitivamente la sua serie di articoli di carattere politico e sociale, con L'Apologo sull'onestà nel paese dei corrotti.
Nel 1983, con l'Einaudi, esce Palomar. Ma l'anno successivo, a causa della crisi economica della casa editrice torinese, pubblica due lavori con la Garzanti.
Durante l'estate del 1985, lavora a un ciclo di conferenze da tenere negli Stati Uniti, all'Università di Harvard. Sono le famose "Lezioni americane", che verranno pubblicate postume.

Il 6 settembre 1985, Calvino si trova per un periodo di vacanze nella sua casa nella pineta di Roccamare, presso Castiglione della Pescaia. Qui viene colpito da un ictus. Ricoverato, viene operato, riprende conoscenza ma dopo pochi giorni si aggrava e muore il 19 settembre 1985, per una emorragia cerebrale.

La sua tomba si trova nel cimitero di Castiglione della Pescaia, in collina, col mare all'orizzonte.


L'ultima dimora di... Italo Calvino

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mercoledì 19 settembre 2018

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