agosto 2019

Il 31 Agosto del 1867 a Parigi muore uno dei più importanti e scandalosi poeti francesi, Charles Baudelaire.

Dopo l'uscita del celeberrimo I fiori del male, nel 1857, Baudelaire e il suo editore verranno processati con l'accusa di "offendere la morale pubblica e il buon costume". Lo scrittore dovette pagare 300 franchi ed eliminare 6 poesie "oscene". Tuttavia, questo non cambiò l'idea che Baudelaire aveva della sua raccolta di poesie, che venne ripubblicata nel 1861 con 35 nuove poesie inedite.
Nel 1866 pubblicherà la raccolta Les Epaves, in cui inserirà le sei poesie che gli era stato ordinato di rimuovere.
Furono anni produttivi per il poeta, che si dedicò a completare alcune sue opere, a tradurre altre, e si impegnò in una serie di recensioni e critiche letterarie e artistiche.

Nel 1859 le sue condizioni fisiche peggiorarono repentinamente, a causa della sua dipendenza da laudano, dalle condizioni economiche in cui versava e dallo stress. La madre lo fece trasferire a casa sua e quello fu un periodo sereno per il poeta, sia per i rapporti con lei che per il ritrovato fervore nello scrivere.
Nel 1860 viene colto da una prima crisi esistenziale, tanto da tentare per la seconda volta il suicidio l'anno successivo.
Nel 1864 viene rifiutato dall'Academie Francaise e si recò a Bruxelles con la speranza di ricavare soldi grazie ad alcune conferenze e con la vendita dei diritti delle sue opere. Vi trascorse invece dei giorni di assoluta miseria, sia economicamente sia moralmente. Lì la sua dipendenza dalle droghe peggiorò ulteriormente, portandolo a fumare oppio e ad abusare di alcolici.
Nel 1866, mentre visita la chiesa d Saint-Loup a Namur, viene colto da ictus che lo lascerà paralizzato nel lato destro del corpo. Ritornato a Parigi, con la sifilide ormai all'ultimo stadio, cercherà riparo nell'alcool e nelle droghe, ma il 31 Agosto del 1867 morirà a soli 46 anni tra le braccia della madre.
Il suo corpo verrà sepolto a Parigi nel cimitero di Montparnasse, nella tomba di famiglia, senza alcun epitaffio.


La fata carabinaPer quanto fino a un mese la mia lettura delle opere di Daniel Pennac fosse abbastanza ristretta, da allora mi sono parecchio appassionata di questo ciclo Malaussene e mi sono rifornita di tutti i libri della serie. Una volta che inizi, la finisci!
Questo secondo capitolo della saga è molto simile al primo: c'è tutta una serie di omicidi, anche abbastanza cruenti, in sottofondo, e c'è la famiglia Malaussene con tutta la sua collezione di magie, strane amicizie, tanto amore e bontà. Stranamente, succede sempre così che le due cose, così distanti, vengono a intersecarsi, per quanto Benjamin Malaussene a malapena se ne accorga o faccia qualcosa. Ma la vita, quella cruda del quartiere, entra a forza nel mondo magico di questa famiglia.
Un secondo episodio, come il primo, molto ben scritto, a tratti esilarante.
In genere tendo a evitare di leggere troppi libri dello stesso autore uno dopo l'altro per evitare di stancarmene, ma questa serie è talmente delicata che merita il tentativo!
Alla prossima puntata!

Daniel Pennac
La fata carabina
La biblioteca di Repubblica
Euro 4,90

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Although up to a month ago my reading of Daniel Pennac's works was quite narrow, since then I have been very passionate about this Malaussene Saga and I have supplied myself with all the books in the series. Once you start, finish it!
This second chapter of the saga is very similar to the first: there is a whole series of murders, also quite bloody, in the background, and there is the Malaussene family with all its collection of magic, strange friendships, lots of love and goodness. Strangely, it always happens so that the two things, so far apart, come to intersect, although Benjamin Malaussene barely notices or does something. But life, the raw life of the neighborhood, enters forcefully into the magical world of this family.
A second episode, like the first, very well written, sometimes hilarious.
Generally I tend to avoid reading too many books by the same author one after the other to avoid getting tired of them, but this series is so delicate that it deserves the attempt!
See you on the next episode!

Daniel Pennac
The fairy gunmother

Il 27 agosto 1950, a Torino, muore uno dei maggiori intellettuali italiani del XX secolo, Cesare Pavese.

Ritornato a Torino dopo la liberazione d'Italia alla fine della seconda guerra mondiale, si iscrisse al Partito Comunista e iniziò a collaborare con l'Unità, un modo per superare i sensi di colpa per essere stato dispensato dalla leva militare e non aver fatto parte dei partigiani, e un modo per rompere l'isolamento in cui si trovava e imparare il "mestiere di vivere".
Alla fine dell'anno e fino alla seconda metà del 1946, venne mandato dalla Einaudi a Roma dove per potenziare la nuova sede cittadina.
Rientrato a Torino si dedicò a una fervente attività letteraria, tra i quali incominciò a comporre i Dialoghi di Leucò, La casa in collina, La luna e i falò.

Nel 1950, nel primo numero della rivista Cultura e realtà, Pavese aprì con un articolo sul mito, nel quale affermava la sua fede poetica di carattere vichiano, cosa che non venne apprezzata dagli intellettuali comunisti. Pavese venne duramente attaccato per questa presa di posizione, e nemmeno il Premio Strega conferitogli nel giugno del 1950 per La bella estate riuscì a risollevargli il morale.

In preda a un profondo disagio esistenziale, acuito da diverse delusioni d'amore, si suicidò il 27 agosto 1950, a 41 anni, in una camera dell'albergo Roma di Piazza Carlo Felice a Torino. Aveva ingerito più di 10 bustine di sonnifero. Venne trovato sdraiato a letto, accanto a lui una copia di Dialoghi con Leucò, su cui aveva scritto "Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi." Qualche giorno dopo si tennero i funerali civili, perchè ateo e suicida.
Il corpo dello scrittore viene inizialmente sepolto nella tomba di famiglia a Torino, ma nel 2002 verrà traslato nel cimitero di Santo Stefano Belbo, in provincia di Cuneo, dove lo scrittore era nato e da cui aveva tratto ispirazione per tanti suoi lavori.


Fonte: Wikipedia, Cesare Pavese

L'ultima dimora di... Cesare Pavese

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martedì 27 agosto 2019

Chi avrebbe mai potuto pensare che un giallo potesse essere così divertente e magico? Sembra uscito dalla mente di Tim Burton, con questa ambientazione così visionaria, questi personaggi così poetici... Anzi, adesso che ci penso ne uscirebbe una meravigliosa saga cinematografica!
Benjamin Malaussene lavora in un centro commerciale con la mansione di capro espiatorio. E' talmente bravo a fingersi disgraziato per impietosire i clienti da far risparmiare un sacco di soldi ai suoi capi. Ma nel suo luogo di lavoro iniziano ad accadere strane cose, vabbè, più strane di quanto gli succedono di solito, una serie di bombe esplodono, e lui e la sua banda indagano sulle ragioni.
L'ho iniziato per curiosità e perchè mi avevano regalato l'intera serie che mi guardava dallo scaffale, e mi sono innamorata. La scrittura è piacevolissima, capitoli corti, nessuna digressione trascendentale o parti noiose. E tanta tenerezza per questi personaggi che sembrano usciti da una favola. Non vedo l'ora di continuare la lettura.

Daniel Pennac
Il paradiso degli orchi
Feltrinelli
Lire 11000

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Who could have ever thought that a crime story could be so funny and magical? Looks like it came from the mind of Tim Burton, with this so visionary setting, these characters so poetic... Indeed, now that I think of it, it would come out a wonderful movie saga!
Benjamin Malaussene works in a shopping center with the job of a scapegoat. He is so good at pretending to be unfortunate to pity customers by saving a lot of money for his bosses. But in his workplace strange things start to happen, oh well, stranger than they usually do, a series of bombs explode, and he and his gang investigate on the reasons.
I started it out of curiosity and because they had given me as present the entire series that looked at me from the shelf, and I fell in love. The writing is very pleasant, short chapters, no transcendental digression or boring parts. And so much tenderness for these characters that seem to come from a fairy tale. I can't wait to keep going with the reading.

Daniel Pennac
The Scapegoat

Dopo l'uscita di questo libro, mi è capitato di leggere alcune recensioni molto positive. Dico che mi è capitato perchè il tema del libro non è uno di quelli che mi attira subito e quindi è più probabile che sia stata attirata da qualche recensione trovata per caso mentre girovagavo per blog o post Instagram.
Lette quelle recensioni, soprattutto una che ricordo esserci stata ma non mi ricordo di chi fosse, l'ho messo nella mia lista dei libri da leggere.
E' un libro non certo allegro per il tema che tratta, e mi sembra quasi un segno averlo finito il primo giorno di primavera, allo scoccare la fine del buio e del freddo dell'inverno. E' molto interessante, ognuno dei capitoli in cui è diviso racconta in parallelo un cambiamento di abitazione della autrice, un aspetto della sua vita solitaria a New York, quindi un aspetto della solitudine e degli artisti che sulla solitudine hanno creato la loro arte. I più famosi sono ovviamente Edward Hopper e Andy Warhol, ma non dubito che anche gli altri nomi siano altrettanto famosi per chi è più esperto d'arte di me. Per non parlare di studi di psicologi e psichiatri che vengono trattati nel corso dei capitoli per spiegare a livello scientifico la solitudine e i suoi effetti sull'essere umano.
E' un saggio sulla solitudine, insieme a un libro d'arte sui maggiori artisti della scena newyorkese che della solitudine hanno fatto il loro lavoro.
L'ho trovato molto bello, non facile da leggere, non sicuramente una lettura leggera. Mi sono ritrovata varie volte a cercare di capire come le vite di questi artisti così estremi potesse essere. Per quanto chiunque di noi, nel suo modo personalissimo, abbia sperimentato la solitudine, credo che queste vite siano lontanissime da noi, così estreme, così piene di significato e così disperatamente alla ricerca di qualcosa che sconfigga la solitudine.

Olivia Laing
Città sola
Il Saggiatore
Euro 24

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After the release of this book, I happened to read some very positive reviews. I say that it happened to me because the theme of the book is not one of those that immediately attracts me and therefore it is more likely that I was attracted by some review found by chance while I was wandering through blogs or Instagram posts.
Read those reviews, especially one that I remember having been there but I don't remember who it was, I put it on my list of books to read.
It is certainly not a cheerful book for the theme it deals with, and it seems to me almost a sign to have finished it on the first day of spring, with the end of the darkness and the cold of winter. It is very interesting, each of the chapters in which it is divided tells in parallel a change of residence of the author, an aspect of her solitary life in New York, therefore an aspect of solitude and of the artists who have created their art on solitude. The most famous are obviously Edward Hopper and Andy Warhol, but I do not doubt that the other names are equally famous for those who are more expert in art than me. Not to mention the studies of psychologists and psychiatrists who are nominated during the chapters to explain the solitude and its effects on human beings on a scientific level.
It is an essay about solitude, together with an art book on the major artists of the New York scene who have done their work from solitude.
I've found it very beautiful, not easy to read, certainly not light reading. I found myself several times trying to understand how the lives of these extreme artists could be. As much as any of us, in his very personal way, has experienced loneliness, I believe that these lives are very far away from us, so extreme, so full of meaning and so desperately in search of something that defeats loneliness.

Olivia Laing
The Lonely City: Adventures in the Art of Being Alone

Il 25 agosto del 1900 morì a Weimar uno dei più importanti filosofi di tutti i tempi, con una indiscutibile e controversa influenza sulla filosofia mondiale. Ricordiamo solo uno dei suoi lavori più importante, Così parlò Zarathustra, che portò a termine nel 1885.

Nel 1888, già avendo pubblicato molto, si trasferì a Torino, dove scrisse L'Anticristo, il Crespuscolo degli idoli e Ecce Homo. Negli anni il filosofo ha condotto una vita sempre in viaggio, alla ricerca di climi che potessero non nuocere al suo cagionevole stato di salute
Nel 1889, probabilmente a causa di una malattia neurologica, Nietzsche soffre del suo primo attacco di follia in pubblico: vedendo un cavallo fustigato dal cavaliere, lo abbracciò, pianse e lo baciò, finendo per cadere a terra vittima di convulsioni. Per molti però è stato un racconto esagerato, per cui si sarebbe limitato a protestare e discutere molto animatamente. In ogni caso, in ambito medico, è probabile che sia stato malato di una patologia neurologica, possibile in quanto anche il padre e il nonno morirono per una malattia cerebrale non identificata.
In ambito filosofico, il crollo può addebitarsi al grande lavoro filosofico, creativo e di scrittura di quegli anni. Viene comunque ricoverato prima in Svizzera, poi in Germania e infine a casa della madre nel 1890, dove sarà assistito da lei e da due infermiere.
Insofferente e non più interessato alla filosofia, nel 1892 perde gradualmente la memoria, non riconoscendo nemmeno le persone.
Nel 1893 perde l'uso delle gambe e l'anno successivo quello della parola. Dal 1895 in poi vivrà in stato catatonico, subendo anche due ictus nel 1898 e nel 1899.
Il 25 agosto del 1900 morirà di polmonite a Weimar, dove viveva insieme alla sorella Elisabeth. Nonostante fosse profondamente ateo, viene seppellito con cerimonia religiosa nel cimitero di Rocken.


Fonte: Wikipedia Friedrich Nietzsche

Probabilmente, se avessi un figlio non sarei mai riuscita a leggere questo libro in una giornata, un ozioso sabato tra il letto e il divano. Non che mi sia imposta di finirlo, lo stile della Cusk è talmente piacevole e scorrevole che il libro mi è scivolato tra le mani senza che me ne accorgessi, lasciandomi con una gran voglia di sapere tutto e continuare fino all'ultima pagina.
Dopo aver letto il primo libro della trilogia di romanzi uscita recentemente, ero curiosa di leggere i libri precedenti di questa autrice, quelli più personali. Non desidero e non ho mai desiderato essere madre, ma ho trovato questo libro incredibilmente interessante e sincero. L'autrice è incredibilmente onesta per quanto riguarda il suo percorso durante il primo anno di vita della figlia, cosa davvero vuol dire diventare madre, senza quella finta mitologia che ci viene propinata da quando siamo piccole, di quale enorme dono sia la maternità. Le notti senza dormire del titolo, il non sapere che cosa si sta facendo, il voler del tempo per essere senza sentirsi in colpa, il sentirsi sola, il non sentire l'amore, il sentirlo troppo... finchè a un certo punto, arriva l'equilibrio, arriva la pace.
Libro perfetto, dal punto di vista del contenuto e dal punto di vista dello stile di scrittura.
Adoro questa autrice.

Rachel Cusk
Puoi dire addio al sonno
Mondadori
Euro 17

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Probably, if I had a child I would never have been able to read this book in one day, a lazy Saturday spent between the bed and the sofa. Not that I was forced to finish it, Cusk's style is so pleasant and smooth that the book slipped into my hands without my realizing it, leaving me with a great desire to know everything and continue to the last page.
After reading the first book of the recently released novel trilogy, I was curious to read the previous books of this author, the most personal ones. I do not wish and have never wanted to be a mother, but I found this book incredibly interesting and sincere. The author is incredibly honest with regards to her path during her daughter's first year of life, what it really means to become a mother, without that fake mythology that has been offered to us since we were children, of what a huge gift motherhood is. The nights without sleep of the title, not knowing what you are doing, wanting time to be without feeling guilty, feeling alone, not feeling love, feeling it too much... until at some point, balance comes, peace comes.
Perfect book, from the point of view of the content and from the point of view of the writing style.
I love this author.

Rachel Cusk
A Life's Work: On Becoming a Mother

Un libro di medicina completamente dedicato alla vagina. Ho trovato l'idea interessante dalla prima volta che ho saputo dell'esistenza di questo volume, ed eccomi finalmente qui a recensirlo.
Le due autrici sono due studentesse di medicina all'università di Oslo, esperte in ginecologia. Qui troverete spiegazioni molto accurate e precise sulla vagina, sul suo aspetto interno ed esterno, sul ciclo mestruale, e poi sul sesso, sulla contraccezione e sui vari problemi che possono succedere. Spiegano tutto questo con lo sguardo di due future dottoresse, quindi con parole tecniche, con spiegazioni dettagliate. Ma non preoccupatevi, magari potrebbe indurre un po' di timore, ma è assolutamente comprensibile. Nonchè assolutamente interessante, un viaggio in una parte così importante del corpo.
Qualunque dubbio voi abbiate, qualunque problema ci sia, potrete trovare una risposta e una spiegazione diretta e pratica, senza giri di parole o senza imbarazzi inutili.

Nina Brochmann, Ellen Stokken Dahl
Il libro della vagina
Sonzogno
Euro 17,50

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A medical book completely dedicated to the vagina. I found the idea interesting from the first time I learned of the existence of this volume, and here I am finally here to review it.
The two authors are two medical students at the University of Oslo, experts in gynecology. Here you will find very accurate and precise explanations about the vagina, its internal and external appearance, the menstrual cycle, and then about sex, contraception and the various problems that can happen. They explain all this with the eyes of two future doctors, with technical words, with detailed explanations. But don't worry, maybe it could lead to some awe, but it's completely understandable. As well as absolutely interesting, a journey to such an important part of the body.
Whichever doubt you have, whatever problem there is, you will be able to find an answer and a direct and practical explanation, without roundabout expressions or without useless embarrassments.

Nina Brochmann, Ellen Stokken Dahl
The Wonder Down Under: A User’s Guide to the Vagina

Leggevo citazioni di questo autore, tratte da questo volume, ormai da tanto e sembravano talmente argute che mi immaginavo di leggere il libro che mi avrebbe cambiato la vita. Beh, non proprio!
Per prima cosa, ho avuto modo di conoscere un autore di cui conoscevo solo il libro più famoso, Viaggio al termine della notte, e solo per titolo, non avendolo mai letto. Ho avuto modo di conoscere la sua scrittura e la sua pare solo iniziale simpatia per l'estrema destra nazista.
In questo volumetto della Adelphi ho imparato a conoscerlo come "amico", o meglio, come amante. Le donne a cui sono indirizzate le lettere qui presenti sono state quasi tutte sue amanti. Purtroppo non abbiamo anche le lettere che le suddette hanno scritto a lui, quindi dovremo farci una idea della storia solo da un punto di vista.
Di Celine ci si fa un quadro di uomo che sa sicuramente scrivere e sa come usare questa caratteristica per ammaliare una donna. E' uno molto sincero, molto schietto nei consigli che dà loro, tendenzialmente materialista e attento soprattutto dal punto di vista lavorativo e materiale. Cosa che non è necessariamente un male, anzi. Mette le cose bene in chiaro con le sue amiche, dicendolo chiaramente di non aspettarsi matrimoni da lui (e infatti, non ci sono lettere dalle due mogli) nè tanto meno soldi più di quanto sia disposto a darne per viaggi o libri, e dando suggerimenti sui rapporti con gli uomini che queste donne frequentano mentre intrattengono la relazione espistolare.
Se dovessi generalizzare direi che anche gli uomini che sanno scrivere, quando si tratta di donne, hanno dei tratti molto comuni. Niente che non abbia già visto o già letto... ma scritto meglio.

Louis-Ferdinand Celine
Lettere alle amiche
Adelphi
Euro 15

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I had been reading quotes from this author, taken from this volume, for a long time now and they seemed so witty that I imagined myself reading the book that would change my life. Well, not really!
First of all, I got to know an author of whom I knew only the most famous book, Journey at the End of the Night, and only by title, having never read it. I got to know his writing and his - seems only initial - sympathy for the extreme Nazi right.
In this booklet by Adelphi I learned to know him as a "friend", or rather as a lover. The women to whom the letters here are addressed have almost all been his lovers. Unfortunately we do not even have the letters that the aforementioned wrote to him, so we will have to get an idea of ??the story only from a point of view.
Of Celine we get a picture of a man who surely knows how to write and knows how to use this feature to charm a woman. He is a very sincere one, very sincere in the advice he gives them, tendentially materialistic and attentive above all from the point of view of work and material. Which is not necessarily bad, indeed. He makes things clear with his friends, clearly telling them not to expect marriages with him (and in fact, there are no letters from the two wives) nor much more money than he is willing to give for travel or books, and giving suggestions about the relationships with the men that these women have while they entertain the espistolare relationship.
I would say that even men who know how to write, when it comes to women, have very common traits. Nothing I haven't seen or read before... but better written.

Louis-Ferdinand Celine
Letters to friends

Oggi onoriamo la memoria di una delle più importanti scrittrici americane, narratrice della high class di New York e della Gilded Age. un periodo alla fine del XIX secolom caratterizzata da una grande opulenza per la rapida ascesa dell'industrializzazione, ma anche di grande povertà e disuguaglianza.

Nel 1913 Wharton divorziò dal marito ma mantenne il suo cognome. Mentre il matrimonio si deteriorava, decise di rimanere a vivere in Francia, decisione che portò avanti anche quando scoppiò la guerra. Wharton si spese per organizzare delle associazioni per aiutare le persone più bisognose, e gli "ostelli americani per rifugiati", che le valsero la Legion d'onore. Tornò negli Stati Uniti solo una volta, dopo la guerra, per ricevere una laurea honoris causa dalla Yale University.

Nel 1920 pubblica il suo dodicesimo romanzo, "L'età dell'Innocenza", scritto che vincerà il premio Pulitzer per la letteratura, prima donna a vincere il premio. Venne anche nominata per il premio Nobel nel 1927, 1928 e 1930.

Il 1 giugno 1937, mentre si trovava nella residenza francese di Odgen Codman, ebbe un attacco di cuore. Morì di ictus il 11 agosto del 1937 nella sua casa del 18° secolo. Il suo corpo venne sepolto nella sezione American Protestant del Cimitiere des Gonards a Versailles, con tutti gli onori riservati a un eroe di guerra e a una Legione d'onore.


L'ultima dimora di... Edith Wharton

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domenica 11 agosto 2019

E' possibile apprezzare molto un libro che in effetti non si è capito completamente? Chiedo perchè è quello che è successo questo libro.
Partiamo dagli elementi di cui sono sicura.
Scritto benissimo, un libro da una fortissima ironia che scorre per tutte le pagine. Protagonisti che dovrebbero apparire folli ma che nella loro follia sono i più razionali di tutti. Un confronto spietato tra il mondo delle grandi famiglie della finanza d'America, e quello delle persone normali. Un mondo dove, ho amato molto questa metafora, il denaro è acqua e alcune famiglie vivono proprio sulla riva del fiume, da cui si abbeverano e da cui traggono tutti i doni in un tempo infinito e che sanno dove andare per ottenerne, e gli altri, quelli che vivono lontani dalle rive, che vedono l'andare a tuffarsi nel fiume come un sogno.
E poi c'è Eliot. Erede della fortuna dei Rosewater, Eliot ha lasciato tutto per andare a vivere a Rosewater, Indiana, in un piccolo ufficietto, da cui riceve le telefonate dei suoi concittadini e a cui elargisce consigli, somme di denaro, anche solo il tempo di una telefonata.
Un avvocato senza scrupoli tenta di farlo passare per pazzo e sembrerebbe un compito facile... ma se alla fine il più sano di mente e di cuore fosse proprio Eliot? E se alla fine tutti questi privilegi e le belle cose e tutti i vantaggi che hanno certi ricchi, non fossero solo perle ai porci? O le perle ai porci sono, a una lettura superficiale, tutti gli aiuti che Eliot da ai poveri della cittadini, aiuti di cui gli stessi si dimenticano dopo due minuti, stessi che continuano a ossessionare Eliot?
E' un libro incredibile, quasi surreale. Ma l'ho amato tanto. Vonnegut era uno scrittore di grandissima ironia, posso amarlo.

Kurt Vonnegut
Perle ai porci
Feltrinelli

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Is it possible to appreciate a book that the finale has not been completely understood? I ask why this is what happened with this book.
Let's start with the elements I'm sure of.
Very well written, a book with a very strong irony that runs through all the pages. Protagonists that should appear crazy but that in their madness are the most rational of all. A ruthless confrontation between the world of the great families of finance in America, and that of ordinary people. A world where, I loved this metaphor very much, money is water and some families live right on the river bank, from which they drink and from which they draw all the gifts in an infinite time and know where to go to get them, and the others, those who live far from the shores, who see going to dive into the river like a dream.
And then there's Eliot. Heir of the Rosewater fortune, Eliot left everything to go to live in Rosewater, Indiana, in a small office, from which he received the phone calls of his fellow citizens and to whom he gave advice, sums of money, even the time of a phone call.
An unscrupulous lawyer tries to pass him off as crazy and it would seem an easy task... but if in the end Eliot was the healthiest of mind and heart? And if in the end all these privileges and beautiful things and all the advantages that certain rich people have, were not only pearls to the pigs? Or are the pearls to the pigs, on a superficial reading, all the help that Eliot gives to the poor of the citizens, aid which they themselves forget after two minutes and then continue to obsess Eliot?
It is an incredible book, almost surreal. But I loved him so much. Vonnegut was a writer of great irony, I can definitely love him.

Kurt Vonnegut
God Bless You, Mr. Rosewater

Ho letto recensioni entusiastiche di questo libro e appena ho potuto l'ho preso e l'ho letto.
Devo essere sincera, inizialmente mi sembrava verboso e pesante, e ho anche pensato di abbandonarlo. Ma poi ho deciso di continuare a leggere senza preconcetti, solo lasciando che l'autrice mi raccontasse una storia.
E ho fatto bene a fidarmi, perchè è un libro degno della candidatura al Premio Strega.
Ida torna a casa a Messina, richiamata dalla madre che vuole rimettere a posto e svuotare la casa per una futura vendita. Una casa da cui viene richiamata ma da cui ha sempre cercato di fuggire, sia fisicamente sia mentalmente, soprattutto per la depressione e per la scomparsa del padre. Un viaggio in se stessa e nei ricordi, per andare avanti, lasciare andare il passato e ritrovarsi.
Un libro a tratti brutale, molto sincero, sempre poetico. Ed è forse questo suo peso ad avermi quasi portato ad abbandonarlo.
Insieme, credo il conflitto con la madre sia una delle parti migliori del libro, meglio espresse, molto onesto e sincero, visto solo dalla parte di una figlia che è anche un essere umano e non riesce totalmente a mettersi nei panni della madre e capirla. Ognuno vive la propria vita al meglio che riesce.
Libro consigliatissimo, e tifo per futuri premi.

Nadia Terranova
Addio fantasmi
Einaudi
Euro 17

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I've read enthusiastic reviews of this book and as soon as I could I picked it up and read it.
I have to be honest, initially it seemed verbose and heavy, and I even thought of abandoning it. But then I decided to continue reading without preconceptions, just letting the author tell me a story.
And I was right to trust, because it's a book worthy of the Premio Strega nomination.
Ida returns home to Messina, recalled by her mother who wants to put in order and empty the house for a future sale. A house from which it is recalled but from which it has always tried to escape, both physically and mentally, above all because the depression and the disappearance of her father. A journey in itself and in memories, to move forward, let go of the past and find yourself.
A book that is sometimes brutal, very sincere, always poetic. And it is perhaps this weight that has almost led me to abandon it.
I believe the conflict with the mother is one of the best parts of the book, better expressed, very honest and sincere, seen only on the side of a daughter who is also a human being and cannot totally put herself in her mother's shoes and understand her. Everyone lives the life to the best they can.
Highly recommended book, and I cheer for future awards.

Nadia Terranova
Farewell to ghosts

Ero molto curiosa di leggere questo nuovo romanzo di Marco Missiroli, perchè avevo letteralmente adorato il suo precedente Atti osceni in luogo privato.
Peccato che non sia uscita da questa lettura pienamente soddisfatta.
I personaggi e la loro psicologia sono descritti perfettamente, sono caratteri e eventi di vita in cui molti di noi si ritroverebbero, personaggi veri con tutti i loro pregi e difetti. Leggendo come Missiroli ha tratteggiato Carlo, ho pensato che mi piacerebbe averlo come amico e poterlo chiamare o più probabile mandargli un messaggio per chiedergli chiarimenti sul mondo maschile. Me lo immagino uno da commenti schietti e molto sinceri, la brutale verità senza abbellimenti.
Però dall'altra parte ho percepito questo romanzo come fosse un esercizio di bello scrivere, per far vedere quanto si è bravi. Nessun vero calore o pathos. Niente che mi porterebbe a rileggerlo.
E' per questo motivo che ho dato 3 stelle al libro. Non mi sento di bocciarlo in toto ma nemmeno farne lodi sperticate.
Peccato perchè mi aspettavo davvero tanto da questo libro. Ma la porta per i bravi scrittori italiani è sempre aperta.

Marco Missiroli
Fedeltà
Einaudi
Euro 19

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I was very curious to read this new novel by Marco Missiroli, because I literally adored his previous Obscene acts in a private place.
Too bad I did not come out fully satisfied by this one.
The characters and their psychology are described perfectly, they are characters and life events in which many of us would find ourselves, real characters with all their strengths and weaknesses. Reading how Missiroli drew Carlo, I thought I would like to have him as a friend and be able to call him or more likely send him a message to ask him for clarification on the male world. I imagine hime as one honest man who gives very honest comments, the brutal truth without embellishment.
But on the other hand, I perceived this novel as an exercise in good writing, to show how good you are. No real warm or pathos. Nothing that would lead me to read it again.
It is for this reason that I gave 3 stars to the book. I do not feel like rejecting it in its entirety, but neither do I praise it in a rude way.
Too bad because I really expected a lot from this book. But the door for good Italian writers is always open.

Marco Missiroli
Faithfulness

Conosciuto da tutti noi solamente per fiabe come La principessa sul pisello, Il brutto anatroccolo e soprattutto La sirenetta, Hans Christian Andersen fu un prolifico scrittore anche di altri generi, come biografie e romanzi, drammaturgo e poeta.

Nel 1847 Andersen compie un trionfale viaggio in Inghilterra, dove incontra vari esponenti della cultura inglese e stringe amicizia con Charles Dickens, rapporto che continuerà con un altro incontro successivo e un fitto ma irregolare scambio di lettere.

Pur essendo ormai uno scrittore di successo, negli ultimi anni la sua produzione non calerà, scrivendo moltissimo per il teatro, viaggiando, tenendosi occupato nella sfera pubblica. Ma per quanto fosse celebrato e amato, Andersen continua a versare in precarie condizioni economiche ma rifiuta orgogliosamente ogni aiuto che gli venga da altri paesi.
Nella primavera del 1872 cade dal letto facendosi molto male, da cui non si riprenderà. Il 2 aprile del 1875, per il suo settantesimo compleanno, sarà celebrato dai lettori di tutto il mondo.
Il 4 agosto 1875, in pace, presso casa di amici, Andersen muore. Viene sepolto nel cimitero della chiesa dell'Assistenza a Copenaghen.


Se questo è un radical chic, sono felice di essere dalla loro parte.
Nasce tutto da una frase detta durante una presentazione di un libro scritto da Albinati stesso e Francesca d'Aloja, Otto giorni in Niger, su un viaggio organizzato dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Allo scrittore e intellettuale viene chiesto un commento riguardo alla vicenda della nave Aquarius, a cui era stato vietato di attraccare in porto italiano. La nave era stata bloccata in quanto recava profughi naufragati al largo della Libia.
Albinati prende la parola ed esprime il pensiero infame:

"Sapete, sono arrivato a desiderare che morisse qualcuno, su quella nave. Ho desiderato che morisse un bambino sull'Aquarius."

Nei giorni seguenti sullo scrittore si abbattero gli insulti sui social e sui giornali, e se ho più o meno capito come è andata la cosa, è stata una marea di insulti e oscenità, per la maggior parte da gente che aveva giusto letto la frase incriminata, senza un contesto, e senza aver approfondito il motivo per cui era stata detta.

Albinati, da persona intelligente qual è, ha scritto una risposta di 106 pagine, che è il libretto che ho finito di leggere da circa una mezz'oretta. Ovviamente la frase non è stata, come purtroppo ormai capita spesso, ma è stata una dichiarazione pensata per far riflettere, per accendere l'interesse e costringere l'ascoltatore a riflettere. In queste pagine troverete un breve riassunto di quello che sta succedendo in questo momento in Italia, nella politica italiana, il clima che si respira, sia verso gli stranieri, colpevoli di non essere del nostro stesso colore, sia verso gli intellettuali, radical chic, colpevoli di voler fare i professoroni dall'alto dei loro studi e di non prendere sul serio chi invece si dichiara autentico, uno che parla come fosse al bar, patente di vicinanza al popolo e sincerità.
Ho trovato questo libro molto importante, interessante, una disamina onesta di quello che sta succedendo in questo momento in Italia. Intelligente e con una velata punta di ironia.
Sarebbe bello se il dibattito politico e sociale in Italia fosse sempre a questi livelli. Nel mio piccolo posso concentrarmi su prodotti di questa Italia, evitando le bagarre da bar e i voti raccolti con la pancia.

Edoardo Albinati
Cronistoria di un pensiero infame
Baldini e Castoldi
Euro 12

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If this is a radical chic, I'm happy to be on their side.
It all comes from a sentence said during a presentation of a book written by Albinati himself and Francesca d'Aloja, Eight days in Niger, about a trip organized by the United Nations High Commissioner for Refugees. The writer and intellectual are asked for a comment regarding the story of the ship Aquarius, which had been forbidden to dock in the Italian port. The ship had been blocked as it was carrying shipwrecked refugees off Libya.
Albinati takes the floor and expresses the infamous thought:

"You know, I came to want someone to die on that ship. I wanted a child to die on the Aquarius."

In the following days, insults overthrew the writer on social media and newspapers, and if I understood more or less how things went, it was a flood of insults and obscenities, mostly from people who had just read the offending sentence, without a context, and without having deepened the reason for which it was said.

Albinati, as an intelligent person as he is, wrote a 106-page answer, which is the booklet I have been reading. Obviously the sentence was not, as unfortunately now often happens, but it was a statement designed to make people think, to arouse interest and force the listener to reflect. In these pages you will find a brief summary of what is happening at the moment in Italy, in Italian politics, the climate we breathe, both towards foreigners, guilty of not being our own color, and towards intellectuals, radical chic, guilty of being a "professorone" from the top of their studies and not taking seriously those who instead declare themselves to be authentic, one who speaks as if he were at the bar, a license of closeness to the people and sincerity.
I found this book very important, interesting, an honest examination of what is happening right now in Italy. Smart and with a veiled touch of irony.
It would be nice if the political and social debate in Italy were always at these levels. In my own small way I can concentrate on products from this Italy, avoiding the brawls of the bar and the votes collected from the belly of the nation.

Edoardo Albinati
Chronicle of a infamous thought

C'è una cosa che ho notato riguardo alle letture di queste mese, ed è una cosa che non si verifica spesso: su 11 libri letti, a parte uno, sono tutti scrittori maschi. In genere vado di parità, o forse è più probabile che legga maggiormente donne... e questo mese mi sono stupita da sola. 10 maschi ma alcuni nomi si ripetono, Eco, Carrere, Pennac vanno per due.
Devo dire, Carrere è stata una bella scoperta, per quanto riguarda Pennac ero in astinenza dopo aver finito la saga dei Malaussene, di cui sento incredibilmente la mancanza. Eco, beh, lui è nell'Olimpo.
Questo mese c'è il solito proposito di non prendere libri in biblioteca, aiutata anche dalle chiusure per le vacanze estive, e di andare avanti con le letture già possedute.
Ci risentiamo il 1 agosto, e buone letture estive a tutti!

LIBRI LETTI

Roald Dahl - Boy
Davide Sisto - La morte si fa social
Umberto Eco - Diario minimo
Emmanuel Carrere - Vite che non sono la mia
Daniel Pennac - Mio fratello
Michela Murgia - Il mondo deve sapere
Daniel Pennac - Storia di un corpo
Emmanuel Carrere - Facciamo un gioco
Kurt Vonnegut - Perle ai porci
Umberto Eco - Il secondo diario minimo
Jonathan Coe - Circolo Chiuso

LIBRI COMPRATI

Nora Ephron - Il collo mi fa impazzire
Gabriel Garcia Marquez - L'autunno del patriarca

LIBRI PRESI IN BIBLIOTECA

Michela Murgia - Il mondo deve sapere
Daniel Pennac - Storia di un corpo
Daniel Pennac - Mio fratello
Emmanuel Carrere - Facciamo un gioco
Christine de Pizan - La città delle dame
Jonathan Coe - Circolo Chiuso

Tutti i libri del mese: Luglio 2019

Posted on

giovedì 1 agosto 2019