Sono arrivata a questo libro grazie a un articolo su un giornale online. Il tema era l'afantasia, una condizione neurologica, ancora molto dibattuta, per cui una persona non riesce a creare immagini mentali. L'idea di non poter vedere nella mia testa cose, persone e luoghi mi ha molto colpita, da lettrice è terribile per me l'idea di non riuscire a vedere la scena evocata da quello che sto leggendo.
Nell'articolo, ci si riferiva anche a un capitolo di questo libro, in cui si parlava di un uomo, Zoltan Torey che, dopo aver perso la vista all'età di 21 anni, si era dedicato alla sua immaginazione mentale, dedicandosi a far sviluppare il suo "occhio della mente". Così Torey riusciva a muoversi in modo perfettamente tranquillo e sicuro, arrivando a sostituire la grondaia del tetto di casa sua di notte, considerato che per lui notte e giorno non faceva alcuna differenza.
Ho trovato davvero molto affascinante questa storia, approfondita nel libro, e così l'ho preso in mano e ho trovato tante altre storie di persone che, per qualsiasi motivo, si ritrovano a perdere la vista, o la capacità di leggere e riconoscere segni grafici, persone che non riescono a riconoscere le facce. Per ognuna di queste persone viene raccontata la storia, da quando hanno scoperto la loro condizione e a come hanno reagito. C'è anche lo stesso Sacks che racconta di come ha scoperto di avere un tumore a un occhio che lo ha portato a perdere completamente la vista da un lato e a come il suo corpo si sia adoperato per bilanciare con altri sensi.
E' un libro non solo incredibilmente interessante, ma soprattutto è raccontato in un modo molto preciso ma che non indulge in tecnicismi, è comprensibile anche per chi non ha conoscenze mediche. Le storie si concentrano sulle persone, sulle loro sensazioni, su come si sentono, su come ognuna di loro, o forse meglio dire il loro corpo, ha reagito alla mancanza in modo diverso dagli altri. Non c'è un modo giusto di guarire, ma ognuno, nella propria unicità, si adatta in modo diverso.
Pur già conoscendo e avendo un'incredibile ammirazione per Oliver Sacks, dopo aver letto la sua autobiografia e diversi articoli, questo è il suo primo libro tecnico che leggo. Ho davvero apprezzato il fatto che fosse comunque adatto anche a chi non è un medico e più che sulle spiegazioni tecniche, che ci sono, si sia soffermato sulla persona.
Oliver Sacks
The Mind's Eye
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I arrived to read this book thanks to an article in an online newspaper. The theme was aphantasia, a neurological condition, still much debated, for which a person cannot create mental images. The idea of not being able to see things, people and places in my head struck me a lot, as a reader the idea of not being able to see the scene evoked by what I'm reading is terrible for me.
This article referred to a chapter of this book in which is told about a man, Zoltan Torey, who, after losing his sight at the age of 21, had dedicated himself to his mental imagination, dedicating himself to develop his "mind's eye". Thus Torey was able to move in a perfectly calm and safe way, even replacing the eaves of his house at night, considering that night and day make no difference to him.
I found this story very fascinating, detailed in the book, and so I took it in hand and I found many other stories of people who, for whatever reason, find themselves losing their sight, or the ability to read and recognize graphic signs, people who cannot recognize faces. For each of these people the story is told since the moment they discovered their condition and how they reacted. There is also Sacks himself who recounts how he discovered he had a tumor in one eye that led him to completely lose sight on one side and how his body worked to balance with other senses.
It is not only an incredibly interesting book, but above all it is told in a very precise way but which doesn't indulge in technicalities, it is understandable even for those without medical knowledge. The stories focus on people, on their feelings, on how they feel, on how each of them, or perhaps better to say their body, has reacted to the lack in a different way from the others. There is no right way to heal, but each one, in their uniqueness, adapts differently.
Although I already know and have an incredible admiration for Oliver Sacks, after reading his autobiography and several articles, this is his first technical book I read. I really appreciated the fact that it was still suitable even for those who are not a doctor and more than the technical explanations, which are there, he focused on the person.
Oliver Sacks
The Mind's Eye