Ultimo libro comprato prima della chiusura di tutte le librerie e del lockdown, in una domenica mattina di sole. Sebbene fosse un libro che volevo leggere già da un po', forse per quello è rimasto qualche giorno in attesa, perchè mi ricordava gli ultimi giorni di "libertà", senza autocertificazioni e restrizioni.
Troviamo Penelope nel Regno dei Morti, quando ormai ha trascorso la sua intera vita e può finalmente guardarsi indietro senza paura di esprimere le sue vere idee. Ricorda tutto, da quando ragazzina quindicenne viene data in sposa ad Ulisse, la sua vita matrimoniale, i rapporti con la suocera, con le ancelle, con il figlio Telemaco. Vediamo Ulisse, uno bravissimo nell'arte di guadagnarsi la fiducia di tutti; vediamo Elena, vanesia e arrogante; Telemaco, un ragazzino che si ribella alla madre. Molto interessante la parte dedicata alle ancelle, il capro espiatorio delle colpe della regina, usate e poi buttate via perchè appunto schiave, di nessuna importanza. Penelope, invece, una di cui avevo un'immagine di donna forte, in questo libro viene ridotta a un'eterna piagnona, facile alle lacrime. Una che si fa prendere in giro da quella stronza di Elena, e su questo sono d'accordo, ma me la sono sempre immaginata come una che le avrebbe risposto e rimessa al suo posto in due parole.
C'è la mitologia greca, c'è la penna di Margaret Atwood, ma non sono sicura che questo libro mi abbia convinto. Non solo per questa situazione con Penelope, ma in generale. Comunque, considerata la qualità della Atwood, è sempre una spanna sopra molti altri che mi convincono.

Margaret Atwood
Il canto di Penelope
Ponte alle Grazie
Euro 13,50

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Last book bought before the closing of all bookstores and the lockdown, on a sunny Sunday morning. Although it was a book that I had wanted to read for a while, perhaps that is why it has been waiting for a few days, because it reminded me of the last days of "freedom", without self-certification and restrictions.
We find Penelope in the underworld, when she has already lived her whole life and can finally look back without fear of expressing her true ideas. She remembers everything, since when she was a fifteen-year-old girl married to Ulysses, her married life, her relationships with her mother-in-law, with her maids, with her son Telemachus. We see Ulysses, very good in the art of gaining everyone's trust; we see Helen, vain and arrogant; Telemachus, a boy who rebels against his mother. Very interesting is the part dedicated to the maids, the scapegoat of the queen's faults, used and then thrown away because slaves, of no importance. Penelope, however, one of whom I had an image of a strong woman, in this book is reduced to an eternal moaner, easy to tears. One who gets fooled by that bitch of Helen, and I agree with that representation, but I always imagined her as one who would have answered and put her back in two words.
There is Greek mythology, there is Margaret Atwood's pen, but I'm not sure that this book convinced me. Not just for this situation with Penelope, but in general. However, given the quality of Atwood, it is always a head above many others that convince me.

Margaret Atwood
The Penelopiad

Margaret Atwood - Il canto di Penelope

Posted on

mercoledì 22 luglio 2020

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